Quali sono i tuoi debiti? Il denaro non c’entra!

Ogni giorno è perfetto per fare un bilancio di tutto ciò per cui siamo grati. E’ il momento ideale per fare il punto su tutte quelle persone che hanno contribuito a doni – soprattutto quelli immateriali – come la nostra autostima o la fiducia, il nostro amore per lo sport o la musica, o qualsiasi altra cosa.

  • Con quale persona o gruppo sei maggiormente in debito?
  • C’è stata una persona speciale o un gruppo che ti ha aiutato a diventare la persona che sei oggi?
  • C’è stato qualcuno che ti ha aiutato a credere in te stesso e nelle tue capacità?
  • C’è stato qualcuno che ti ha insegnato ad apprezzare la vita in un modo nuovo?
  • C’è una persona su cui hai potuto contare, non importa per che cosa?

Molti di noi hanno avuto la fortuna di avere non solo una persona, ma un intero team di insegnanti, coach e mentori che ci hanno aiutato a crescere e raggiungere il nostro potenziale. Dovremmo ricordarci di ringraziare quelle persone ancora e ancora per come viviamo la vita che ci hanno aiutato a plasmare. Ancora più importante, noi dobbiamo ripagare il debito  non a quelle singole persone ma all’intera società.

Come è il tuo debito? L’hai pagato o stai ancora facendo finta che non esiste?

Abbiamo tutti un debito verso la società. Non perché abbiamo fatto qualche danno per la comunità, ma perché abbiamo beneficiato del bene fatto da qualcun altro.

Conoscerai la frase “E rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori” contenuta nel Padre Nostro. Penso che un suo significato sia che siamo chiamati a fare del bene per l’amore del bene in se stesso, invece che per qualsiasi potenziale beneficio si possa trarre dall’atto.

Penso anche che c’è un altro livello di significato, che torna all’idea centrale del nostro debito verso la società. Penso che quando si tratta di atti di gentilezza non ci può essere un rapporto uno-a-uno. In molti casi, quando una persona ha bisogno di aiuto può darsi che non sia in grado di ricambiare quell’aiuto direttamente alla persona da cui lo ha ricevuto. E non è di questo scambio diretto uno-a-uno di cui abbiamo bisogno quando offriamo aiuto o gentilezza.

Ogni volta che faccio qualcosa di benevolo, utile, o gentile, tendo a vedere l’atto come un contributo a un vasto fondo della gentilezza. Molte volte nella mia vita ho beneficiato di questo fondo e molto probabilmente continuerò a beneficiarne.

Una delle ragioni per cui mi piace questo concetto è che credo esista una sorta di fondo o di banca. Il valore cresce in modo esponenziale e non incrementale proprio come farebbe il denaro  se analogamente investito. Tutti noi dovremmo essere grati per questo, perché la verità è che di solito noi non paghiamo il nostro debito con il mondo.

La maggior parte di noi compilerà qualche assegno, acquisterà un biglietto per qualche lotteria, e/o dedicherà qualche ora di lavoro qua e là a qualche progetto domestico. Ci sono alcuni che andranno molto oltre e dedicheranno gran parte del loro tempo, energia, e/o denaro per il bene comune, ma sono ancora pochi.

Spesso ci troviamo ad affrontare la pressione sul nostro tempo o sulle finanze, e allora sono le nostre attività filantropiche ad essere sacrificate per prime. E in questi casi, possiamo chiederci cosa sarebbe accaduto se avessimo invertito quest’ordine e avessimo aiutato per primi gli altri.

Ti lascio con una sfida.

Trova un modo per aumentare il fondo della gentilezza. Prendi in prestito il concetto del film Un sogno per domani, ispirato al libro La formula del cuore di Catherine Ryan Hyde.

Questo sono io, e queste sono tre persone, a cui darò il mio aiuto, ma deve essere qualcosa di importante, una cosa che non possono fare da sole, perciò io la faccio per loro… e loro la fanno per altre tre persone…”.

(Trevor McKinney presenta alla lavagna la sua idea)

Quando qualcuno ti offre una mano, assicurati di ricambiare il favore alla prima occasione. Non essere esigente. Non pensare al conto il banca per prima cosa. Non prendere la via più facile. Fa’ ciò che è giusto. Lo saprai quando lo vedi.

Anna


Articolo pubblicato originariamente su articlemarketingitalia.net, il 15 novembre 2012. Nuova versione riadattata.


Foto di Ron Lach da Pexels