Una metafora per il cambiamento – L’uovo

Non c’è niente di più sicuro nel mondo e in questa vita che il cambiamento. Non importa quello che si potrebbe pensare o cosa si potrebbe provare nel crederci, tutto è in costante cambiamento, da come respiriamo a come mangiamo e dormiamo e cresciamo e passiamo attraverso le nostre esperienze.

GOLDEN-EGG-BRIGHT-liberarsi

Ecco una semplice metafora per il cambiamento. Si chiama “L’uovo” e spero che ti piaccia. L’autrice della metafora è Silvia Hartmann, ricercatrice, autrice e conferenziere internazionale [qui la versione originale].

Ho spesso questa sensazione di stress e disperazione, perché sono abbastanza convinta che non sia cambiato nulla.

Mi guardo attorno e vedo solo quello che vedo sempre.

 Stessa casa, stessi mobili, stesso mucchio di bollette, stesso tutto.

 Io lavoro così duramente e non sta cambiando nulla.

Ci pensavo ancora una volta l’altro giorno, e questo grande, bellissimo uovo d’oro mi è venuto in mente.

 C’è, e sta proprio lì nel suo nido di paglia.

Non fa nulla.

Non cambia forma, non cambia colore.

Non pulsa. Non rotola intorno.

Potresti guardarlo per giorni e giorni per poi venir via pensando che era solo questo e che non stava succedendo niente.

Eppure, a drizzare le antenne in modo diverso, si potrebbe prendere coscienza del frastuono del cambiamento che sta avvenendo dentro l’uovo, una tempesta di riorganizzazione, alimentazione e crescita, di dispiegamento totale di un gruppo di cellule casuali che diventano un embrione, che a sua volta diventa sempre più definito e più complesso, più organizzato in tutti i modi, più maturo, più splendido con ogni battito del cuore, ogni respiro che si sussegue.

Un giorno, e non sappiamo quando, l’uovo che giaceva così immobile da molto tempo e sembrava che fosse nient’altro che una forma inerte, comincerà a dondolare, e poi a incrinarsi, e ne uscirà il piccolo drago neonato, spiegherà le sue ali per la prima volta e muoverà i suoi primi piccoli passi.

Sì, c’è stato un cambiamento.

Anche se pensavamo che non ci fosse.

(Libera traduzione e adattamento di Anna Lombardini)